
Ex carcere di Rieti
Restauro dell'ex carcere di Rieti come edificio per uffici
L’intervento insedia una sezione territoriale dell’ispettorato del lavoro nella struttura storica dell’ex-carcere di Rieti, già complesso benedettino di Santa Scolastica.
Si tratta di un progetto di alto valore simbolico, poichè restituisce all’uso pubblico uno spazio storico per secoli inaccessibile, a causa della funzione carceraria ospitata e del successivo abbandono.
L’edificio fu infatti costruito a cavallo tra XVII e XIII secolo come parte del monastero di Santa Scolastica, accanto all’omonima chiesa progettata da Francesco Fontana, senza che i lavori giungessero a compimento a causa di un terremoto che colpì il reatino nel 1703. Convertito in luogo di detenzione in era napoleonica, l’edificio mantenne la funzione di carcere sino al 2009, per poi versare in completo stato di abbandono.
L’intervento, attuato su committenza del Demanio, prevede ora il restauro e il miglioramento sismico dell’edificio, in vista dell’insediamento di cinquanta postazioni facenti capo all’ispettorato del lavoro, e di una seconda funzione amministrativa ancora non identificata.
Il progetto insedia due ambiti funzionalmente separati sui quattro livelli dell’edificio, che occupano una superficie complessiva di circa 2500 mq (700 al piano terra e primo, 600 al secondo, 500 al terzo).
Gli interventi principali dal punto di vista dell’impianto riguardano la demolizione e ricostruzione dell’ultimo livello – realizzato nel Novecento tramite una pesante superfetazione che compromette il funzionamento strutturale dell’edificio – e il suo ampliameno a ovest con un corpo che, oltre a ospitare i collegamenti verticali necessari alla normativa antincendio, organizza l’accessibilità pubblica agli uffici.
Queste addizioni assolvono una funzione strutturale, come controvento longitudinale alla fabbrica storica, e compositiva, perchè saturano il volume e completano il prospetto del monastero su via Varrone. Così il fronte incompiuto del convento, segnato da un ordine gigante interrotto di lesene ioniche, è completato dal volume astratto della nuova costruzione il quale, leggermente arretrato dal filo di facciata, la riquadra ad elle, unendo il volume di ingresso e il piano di coronamento.
Dal punto di vista distributivo, l’intervento mira a preservare la tripartizione della pianta della manica conventuale, concentrando nei corridoi centrali le funzioni di distribuzione, i servizi e gli ambiti che non necessitano di luce naturale.
La corte a sud della manica storica, utilizzata nel Novecento per l’ora d’aria dei detenuti, è recuperata come giardino – uno dei pochi spazi aperti nel densissimo tessuto urbano di Rieti.
data | 2021 - 2025 |
luogo | Rieti (RI) posizione |
importo | € 8.200.000,00 |
committente | Agenzia del Demanio - Direzione Regionale Lazio |
attività svolte | Progetto definitivo, progetto esecutivo, coordinamento per la sicurezza |
crediti | Sinergo Spa | capogruppo
Alberto Muffato | progettista architettonico e responsabile del coordinamento delle prestazioni specialistiche Leonardo Monaco Mazza | coordinamento del progetto Stefano Muffato | coordinamento per la sicurezza Filippo Bittante | progettista opere impiantistiche e prevenzione incendi Daniele Lucchiari | geologia gruppo di lavoro | Annapaola Villano, Nicola Favaro, Elnaz Saadatiyeganeh, Andrea De Marchi, Nicole Fava, Elisa Karen Buja, Marco Tosi, Riccardo Naletto, Marco Fattore Struttura srl | mandante Francesca Sbardellati | progetto strutturale Open Building | mandante Processo BIM Elisa Sirombo | mandante Gestione aspetti ambientali |